L’approccio progettuale di Studio Robertopamio+Partners al Museo Bailo di Treviso
Giovedì 13 febbraio alle ore 18, al Museo Bailo di Treviso, lo studio robertopamio+partners, fondato dall’architetto Roberto Pamio e oggi gestito dai suoi figli Matteo e Paolo, partecipa ad uno dei talk organizzati a latere della mostra DIFFERENTI CON METODO. Dallo IUAV a Treviso. Architetti e designer dal 1960 al 1990, aperta fino al 23 febbraio. Gli incontri sono dedicati agli studi professionali e vertono sul tema “Etica ed Estetica: riflessioni sul futuro dell’architettura e del design”.
L’architetto Matteo Pamio nel suo intervento parlerà del metodo di lavoro del padre, ereditato poi dallo studio, che si basava su un approccio pratico e diretto, con una forte attenzione alla ricerca dell’ispirazione attraverso l’osservazione del mondo reale e l’uso dello schizzo come strumento di pensiero e creatività. Fondamentale la scelta di materiali naturali - pietra, legno, vetro - per coniugare estetica, etica e sostenibilità. Pamio si definiva "Architetto da Strada", perché il suo lavoro era profondamente radicato nella realtà urbana, vissuta quotidianamente. Le strade e le città erano per lui una fonte inesauribile di ispirazione, permettendogli di assorbire contaminazioni culturali e di creare progetti innovativi e inclusivi. I viaggi hanno portato influenze internazionali al suo approccio progettuale: l’America per innovazione, funzionalità e spazi flessibili, l’Europa per il rispetto per la storia e il contesto e l’equilibrio tra tradizione e contemporaneità, il Giappone per l’armonia con la natura, il minimalismo e l’uso sapiente della luce e dei materiali.
Il lascito di Roberto Pamio si fonda su una visione sostenibile dell’architettura, non solo dal punto di vista ambientale ma anche relazionale ed emozionale. Il benessere delle persone e la connessione con gli spazi erano centrali nel suo approccio progettuale, che mirava a creare luoghi capaci di generare legami e migliorare la qualità della vita.
“L’eredità di mio padre è rinchiusa in una idea semplice ma potente: progettare per costruire legami: tra persone, tra passato e futuro, tra natura e tecnologia, tra persone e luoghi”, anticipa Matteo Pamio. “Nel contesto attuale, credo sia è fondamentale andare oltre: vedere anche il lato più emotivo e relazionale della sostenibilità, dove relazione ed empatia diventano elementi progettuali fondamentali”.
L’architettura non è fatta solo di forme e materiali, ma di emozioni, connessioni e vissuti. Le neuroscienze ci dicono che gli spazi influenzano profondamente il nostro stato d’animo, i nostri comportamenti e le nostre relazioni. Creare luoghi accoglienti significa progettare con empatia, ascoltare i bisogni e comprendere i desideri più profondi delle persone, trasformando gli ambienti in luoghi in grado di favorire il benessere psicofisico e una buona qualità della vita.
Ancora oggi, nei progetti dello studio robertopamio+partners, con orgoglio e passione, si trova traccia degli insegnamenti ricevuti, della preziosa eredità di Roberto Pamio: ogni oggetto, ogni spazio è pensato per generare relazioni autentiche, favorendo un senso di appartenenza, benessere e armonia. Perché abitare non significa semplicemente occupare uno spazio, ma sentirlo proprio, viverlo come un’estensione del proprio essere e delle proprie emozioni.
ph_Minamata Studio Pamio