Miracle Living, Shanghai: rivisitare la shopping experience

Fluidità ed eclettismo, ma anche contaminazione e coinvolgimento emotivo. Sono questi gli ingredienti di un innovativo spazio retail polifunzionale progettato a quattro mani da Hangar Design Group e Vudafieri-Saverino Partners, in cui i prodotti in vendita convivono con opere d’arte selezionate per mostre temporanee, riscrivendo così le regole della shopping experience.

Situato lungo Tongren Road, nel centralissimo e prestigioso Jing’an district, il più importante distretto economico di Shanghai, Miracle Living, infatti, non è solo il nuovo indirizzo dedicato al leisurewear e alla biancheria per la casa, ma un vero e proprio concept store di 320 mq distribuiti su due livelli: oltre alle collezioni in seta firmate Silky Miracle e a quelle dello storico brand italiano Frette, è possibile ammirare opere d’arte contemporanea esposte nella galleria e sostare nel relax corner in cui è stato ricavato un bar. 

Uno spazio come Miracle Living, che punta su un’offerta retail versatile e coinvolgente, arriva dunque a rappresentare un esempio imprenditoriale di successo, in grado di far riscoprire ai clienti il piacere dell’esperienza fisica in-store.

Il concept architettonico 
 
Il concept del progetto, ispirato alla morbidezza tattile e al movimento flessuoso della seta, è stato messo a punto all’interno di uno spazio che in precedenza accoglieva una galleria d’arte, con lo scopo di ottimizzarne i flussi. A firmarlo è lo studio multidisciplinare di design strategico Hangar Design Group - fondato a Mogliano Veneto nel 1980 dagli architetti Alberto Bovo e Sandro Manente, oggi con sede a Milano, New York e Shanghai - che segue la brand expression di Silky Miracle in ogni suo aspetto. 
Vudafieri-Saverino Partners è intervenuto per dare profondità e struttura al progetto di architettura di interni, grazie anche all’inserimento della nuova iconica scala di connessione tra i due piani, partendo da suggestioni sempre rispettose del genius loci e del contesto. 

Materiali in dialogo e cromie tenui 

Il progetto retail mette in dialogo materiali pregiati come il marmo, la pietra e l’ottone che, con le loro texture diventano elementi strutturali, sobri, mai prorompenti. Accanto ad essi sono stati scelti con cura elementi più ruvidi, come le resine o la fibra di vetro, altri più impalpabili come i velluti, o performanti come i tessuti firmati Kvadrat e Maharam, e ancora, dal sapore artigianale come il legno di recupero della cinese Imondi: in un sapiente gioco di equilibri tutti questi materiali assumono un nuovo carattere donando una tattilità sensuale e un’atmosfera calda, seppur delicata, all’intero spazio. 

L’idea dei progettisti è stata quella di creare un ambiente neutro all’interno del quale i tessuti in esposizione, con i loro colori e le loro sfumature, potessero essere i veri protagonisti del racconto, senza rinunciare però a un certo grado di riconoscibilità stilistica e a un linguaggio raffinato nell’utilizzo e nella scelta degli elementi d’arredo, funzionali all’esposizione del prodotto e al racconto dei brand. 
È stata quindi selezionata una palette di colori molto tenue, prevalentemente opaca e femminile, in contrasto con i toni lucidi delle collezioni tessili in vendita, esposte su scaffalature leggere ed essenziali, impreziosite da rimandi in ottone. 

Un interior “sinuoso”

Le linee curvilinee del gesso sui soffitti, dell’illuminazione e della scelta dei pezzi d’arredo accompagnano i clienti in movimenti fluidi, donando loro la confortevole sensazione di un abbraccio, soffice come i capi di biancheria proposta. 
Dal divano imbottito Julep, dalla forma ricurva in stile anni ’50, del designer svedese Jonas Wagell per Tacchini alle sedute dalla silhouette ondulata Etcetera, scelte nella cromia sand beige; dalla poltroncina Getlucky, disegnata da Patricia Urquiola per Moroso alla seduta Ico, firmata da Ora Ito per Cassina. Ogni elemento è in linea con il concept basato sulla morbidezza e i movimenti sinuosi, che si notano anche nei tavolini tondeggianti e nelle testate dei letti adagiate su rivestimenti murali dall’effetto tridimensionale, ottenuti utilizzando la carta da parati Carrelage di Arte. 
Le stesse linee incurvate si ritrovano nell’illuminazione per mezzo di pezzi scultorei, come la lampada a sospensione in ottone Itaca di Morghen Studio e la lampada da soffitto con anelli decorativi Say Yes, disegnata da Studio Pepe per Baxter. 

Il secondo livello 

La scala che collega i due piani dello showroom, avvolgente come un bozzolo, si sviluppa a partire dalla colonna principale salendo a spirale per affacciarsi su una parete impreziosita dagli stucchi e da mensole in marmo chiaro. Oltre a una vip lounge, al secondo livello si trovano due spaziosi camerini racchiusi da tende in velluto verde salvia rivestiti dalla carta da parati Yoku, firmata da Christian Benini per Wall&decò, con texture in 3D che creano effetti di colore cangianti tra platino, oro e argento oltre ad un gioco di pieni e vuoti. 
Davanti a una boiserie in legno ondulato, è stato ricavato un relax corner con un bar riservato agli ospiti. Tappeto in viscosa di bamboo, fasci a fibre ottiche che creano l’effetto cielo stellato, pannelli a specchio, un blocco di marmo chiaro dai bordi smussati e tondeggianti adibito a bancone: tutto è pensato per regalare un’ulteriore sensazione di comfort offrendo una shopping experience più lenta e rilassante. 

Qui è situata anche una piccola galleria d’arte che ospita collezioni e mostre temporanee. In continuità con il concept del piano inferiore, lo spazio è volutamente neutro, pensato per far risaltare le opere esposte, definito e contraddistinto dalla scelta del parquet in rovere a pavimento. Un ambiente versatile, in grado di trasformarsi in diverse occasioni per far vivere ulteriormente lo showroom con nuovi progetti o installazioni. 

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