Un abito d'alluminio retroilluminato per l'Alperia Tower di Bolzano

Un progetto che si colloca a metà tra tecnologia e design quello che ha dato vita alla cosiddetta Alperia Tower. All’interno della torre, che custodisce il nuovo serbatoio di accumulo del teleriscaldamento di Bolzano e presenta una altezza alla copertura di 40 metri con un raggio di 7 metri, l’energia termica viene stoccata con efficienza straordinaria immagazzinando circa 5.850 m3 d’acqua riscaldabile fino a 95° C attraverso il calore di scarto recuperato dal termovalorizzatore. A serbatoio pieno il quantitativo di energia può raggiungere i 220 MWh garantendo calore sicuro e pulito.

Il progetto della torre porta la firma degli architetti Valentina Bonato, Dario Cagol e Helmut Niedermayr, che hanno pensato quest’opera elegante con la collaborazione dell'artista Julia Bornefeld. A caratterizzare la struttura è in particolare il suo rivestimento, realizzato da Pichler Projects: un “abito” d’alluminio retroilluminato che coniuga innovazione ed estetica per un risultato avveniristico.

La scelta progettuale è stata quella di estrarre il contenuto mettendolo in luce: una sorta di seconda pelle infatti valorizza ciò che sta dentro al serbatoio. Le bolle d’acqua, ricreate attraverso fori disposti in “disordine” sul cilindro, raccontano l’ebollizione nel processo di riscaldamento. Luci e colori ricreano i movimenti delle molecole d’acqua nel loro moto continuo. La pelle ha una struttura portante indipendente con andamento a “uovo di Keplero” mentre in sommità è stato posto un taglio per regalare morbidezza alla torre.

Nelle ore diurne il rivestimento in lastre d‘alluminio appare cangiante nelle giornate di sole, mentre assume una cromia siderica quando il cielo è popolato di nuvole. La pelle sembra in sostanza vibrare sotto i tocchi dei raggi solari. Nelle ore notturne invece Alperia Tower viene letteralmente inondata da giochi di luce: fasci luminosi disegnano spirali che scivolano verso l’alto dando interpretazioni cromatiche del caldo e del freddo.

Un involucro performante e scenografico

La struttura che si pone a supporto del rivestimento, si compone di tubi di acciaio verniciato a sezione circolare di diametro variabile ed è disposta a raggiera sulla pianta, mentre a salire va a comporre una serie di travi reticolari che si espandono e si contraggono seguendo l’andamento a uovo. A completamento della struttura è stata prevista una scala con pianerottoli e pedate in acciaio zincato con rampe addossate alla facciata di rivestimento.

Nello specifico sono state adoperate 28 tonnellate di acciaio per la stazione di pompaggio e 420 tonnellate per il supporto del rivestimento della torre. Il rivestimento esterno, realizzato e messo in opera da Pichler Projects con lastre in lamiera di alluminio, racchiude il serbatoio-cilindro ma ne rimane staccato generando una “intercapedine” che ha l’utilità di favorire l’ispezione dell’intera superficie, come richiesto dalla Committenza, e di lasciare lo spazio per alloggiare i fari LED RGB che così possono essere puntati verso il cilindro interno originando l’effetto di una illuminazione diffusa e indiretta.

I pannelli di alluminio, sui quali sono state tagliate le particolari forature che identificano l’architettura della torre, hanno dimensioni 1,5m x 3,0m e sono di 148 diverse tipologie. L’azienda di Bolzano, specializzata nelle realizzazioni “su misura” ha messo in opera complessivamente 663 fogli di alluminio per il rivestimento esterno e 168 fogli di alluminio per la parte interna. Per il rivestimento della stazione di pompaggio sono stati lavorati e montati 278 mq in rete FILS e 85 mq di grigliato alettato, mentre per il serbatoio i mq sono stati circa 3632 in pannelli alu forati spessore 3 mm.

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