Lomellina, Torino: una casa su palafitta

C’è un po’ di San Francisco anche a Torino. Case unifamiliari di 2 o 3 piani allineate lungo le strade che vanno diradandosi verso la collina. Siamo nella zona di Madonna del Pilone alle spalle del Motovelodromo Fausto Coppi all’incrocio tra via Lomellina e via Tonello, qui + Studio architetti Filippo Orlando con Mediapolis Engineering ha appena concluso la trasformazione di un lotto ad angolo, prima adibito a parcheggio, in un nuovo complesso residenziale, dal linguaggio inconsueto per Torino in cui si alternano cemento a vista, acciaio, listelli di legno grezzo e vetro. Il duo aveva già progettato nel 2018 l’innovativo  Bernini2, dalle inedite geometrie dinamiche incorniciate da superfici di cedro. 

Preservando i due piani interrati dell’autorimessa esistente, il progetto ricostruisce il tassello mancante nella cortina edilizia. Articolato in un volume d’angolo di quattro piani fuori terra con il tetto a falde con abbaini, il nuovo edificio, nell’alternarsi dei materiali e dei pieni e vuoti, guarda all’architettura decostruttivista della west-coast. Il basamento è una reinterpretazione degli edifici circostanti anni ’50, in cui l’edificato era spesso sollevato da terra da un piano pilotis: gli appartamenti sono dunque “sospesi”, andando ad appoggiarsi e incastonare sulle lamelle di legno dalle quali è costituito il basamento, leggero e trasparente. Il progetto delinea così una casa “su palafitta” dal design semplice e luminoso che con un sapiente gioco di piani sfalsati si adatta alla pendenza della precollina.

Il lotto ad angolo è caratterizzato da due facciate distinte. La facciata urbana, orientata a nord e a ovest, è ibrida e scandita verticalmente da diversi elementi. I bordi del lotto e il blocco centrale d’angolo richiamano il tessuto urbano precollinare, caratterizzato da villette unifamiliari. Questi volumi sono rivestiti da intonaco grezzo e giocano con lo sfalsamento delle aperture e l’alternarsi dei pieni e dei vuoti ottenuti per sottrazione, che culminano nella loggia d’angolo su due livelli. I volumi sporgenti a bow-window, invece, dialogano con l’elegante architettura residenziale anni cinquanta del contesto, nella scansione dei terrazzi chiusi da ringhiere a bacchette metalliche e nell’uso del gres porcellanato modulato sui toni del rosso viola. 

L’ingresso sull’angolo è segnato da un taglio netto nel basamento a listelli lignei che si apre su una hall a doppia altezza, un cronotopo scenografico che tramite una serie di oculi introduce agli spazi comuni e al giardino interno.

La facciata verso corte, orientata a sud e a est, è una enfilade di ampi balconi continui a trama regolare in acciaio zincato e solette in cemento. Concepiti come vera e propria estensione dello spazio interno si aprono sul verde della collina e sul nuovo giardino interno costituendo fondità dei balconi. Il cortile ha una vocazione di spazio comune, in cui sono ubicate funzioni ad uso collettivo: un giardino, delle sedute e un’area di gioco dedicata ai bambini.
Il progetto di via Lomellina rinnova l’immaginario urbano proponendo un nuovo modo di vivere con ampi spazi di vita comune, che ha conquistato un insieme eterogeneo di famiglie in cerca di un nuovo senso di comunità. 

 

photo: Fabio Oggero