Gruppo Cambielli Edilfriuli: "Il 2022 sarà un’ottima annata”

di Ilaria Vesentini

Quando ho iniziato a lavorare, vendevamo in tutto 10-12 articoli per la sala da bagno: un tipo di vasca, un set di rubinetti, quattro colonne in ceramica e un termosifone in ghisa. Oggi abbiamo oltre 500mila referenze a catalogo, ed è un numero in difetto perché se un cliente ci chiede un prodotto che non è in stock noi lo recuperiamo comunque”.  A parlare è Franco Cambielli, presidente del Gruppo Cambielli Edilfriuli, leader nazionale nel mercato idrotermosanitario per la distribuzione di materiali e servizi, con un fatturato consolidato di oltre 970 milioni di euro, più di 250 punti vendita e oltre 3mila collaboratori distribuiti in modo capillare in tutto il Nord e Centro Italia. 

Terza generazione della famiglia che nel 1919 a Milano gettò le radici dell’azienda, una delle più antiche nel Paese nel settore, Franco Cambielli tra ceramiche e materiali tecnici ci è nato e cresciuto e ora si prepara a festeggiare i 65 anni con una certezza: “Anche il 2022 sarà un’ottima annata”.

TILE ITALIA: Presidente, in un mercato frammentato di microrealtà voi siete dei colossi: quanto la dimensione vi ha aiutato nell’affrontare l’ultima emergenza Covid?
FRANCO CAMBIELLI: La pandemia non ha impattato negativamente sulle attività del settore idrotermosanitario ed edile, tutt’altro: i codici Ateco con cui operiamo ci hanno consentito di lavorare sempre anche durante il lockdown e il 2021 si è chiuso con un giro d’affari in crescita del 20% rispetto al 2019 pre-Covid e del +30% rispetto al 2020. Il merito è di una combinazione straordinaria e irripetibile di cinque fattori concomitanti: i bonus fiscali e creditizi per la casa, la forte ripresa del mercato immobiliare, la grande liquidità in circolazione, il costo del denaro bassissimo e un ritrovato interesse delle famiglie a investire sulla casa, perché gli spazi domestici sono diventati la priorità durante la pandemia.

TILE ITALIA: Pensa che il trend possa proseguire così anche nel 2022?
F. CAMBIELLI: Mi auguro ovviamente che nei prossimi mesi arriveremo a superare le incertezze generate dalla situazione pandemica, perché i mercati hanno bisogno di un quadro di stabilità complessiva per recuperare realmente valore. Questo avvio d’anno è comunque molto positivo per Cambielli Edifriuli e sono decisamente ottimista, anche se iniziano a venire meno alcuni dei cinque fattori che non avevo mai visto insieme da quando lavoro. Perché anche se i benefici fiscali iniziano a scemare, l’inflazione sale e la domanda è meno brillante, noi vendiamo materiali che non si comprano su impulso emozionale, bensì necessari per costruire o sistemare casa e non si interrompe improvvisamente una spesa del genere. Ci sarà un rallentamento della domanda, ma sarà molto graduale. E noi saremo premiati, nel mercato, poiché le nostre dimensioni e organizzazione ci avvantaggiano rispetto alle piccole realtà familiari, che sono sempre più in affanno.

TILE ITALIA: Si aprono quindi chance di nuove acquisizioni sul mercato?
F. CAMBIELLI: La nostra storia è costruita su fusioni e acquisizioni, ben prima che noi di Cambielli e i soci di Edifriuli (nata a Udine nel 1949, specializzata inizialmente in materiali per edilizia, ndr) ci fondessimo nel 2011. In media apriamo una nuova filiale ogni mese e ci guardiamo sempre attorno in cerca di opportunità sul territorio. Non siamo soli: in questa fase anche i nostri competitor stanno facendo molte acquisizioni. Gli ultimi due anni di Covid-19 hanno messo in crisi i piccoli distributori, già penalizzati rispetto ai grandi gruppi per due aspetti del mercato, che favoriscono i grandi gruppi: l’assistenza ai clienti diventa sempre più complessa e difficile da gestire e la digitalizzazione delle transazioni e dei servizi sta facendo emergere una fetta di business finora sommersa che diventa naturalmente appannaggio di grandi realtà strutturate e con sistemi It. La chiave del nostro successo è proprio questa: essere vicini al cliente, come il piccolo negozio familiare, grazie alla rete capillare di punti vendita, ma con la forza di un sistema centrale strutturato di servizi e staff e di un gruppo solido e capitalizzato.

TILE ITALIA: E dove punta la bussola di Cambielli Edifriuli per la crescita futura?
F. CAMBIELLI: A presidiare più e meglio il territorio in cui siamo, quindi Nord e Centro Italia. Cresciamo per la nostra capacità di rispondere e adattarci alle esigenze di ogni territorio, con un servizio tagliato su misura dell’operatore termosanitario locale, diventando il suo punto di riferimento, in grado di sostenere la sua crescita professionale. Non a caso operiamo infatti sempre affidandoci a collaboratori del territorio, sia che si decida di aprire un negozio ex novo sia di comprare una piccola azienda locale. La scelta “make” è più veloce ed economica, il “buy” ha il vantaggio di preservare relazioni consolidate con i clienti. 

TILE ITALIA: Quindi non avete obiettivi di allargarvi al Sud Italia o all’estero?
F. CAMBIELLI: No, non nel breve termine. Nel Sud Italia non ci sono ancora i presupposti per sviluppare una realtà come la nostra, perché chi compra elementi per la casa in quell’area ha propri referenti familiari per ogni singolo prodotto e cerca il massimo risparmio. Noi rappresentiamo la fascia medio-alta del mercato, con un catalogo completo, i nostri materiali coprono tutte le esigenze del costruire e anche se sono destinati al consumatore finale sono perlopiù intermediati da installatori, architetti, imprese, che cercano anche qualità – come tecnologia e design - e servizi, non solo la convenienza.
Allo stesso modo non riteniamo fruttuoso, almeno per i prossimi 3-5 anni, investire risorse all’estero. 

TILE ITALIA: Siete però in Croazia e Slovenia, perché?
F. CAMBIELLI: È una presenza storica di aziende di distribuzione di idrotermosanitari che abbiamo al di là dal confine, ma non intendiamo andare oltre. Il mercato italiano è già abbastanza grande per noi, Cresme lo stima sui 13-14 miliardi di euro, abbiamo spazio per muoverci e investire. All’estero ci sono colossi molto più grandi e competitivi che sono già partiti da tempo con lo shopping, hanno troppo vantaggio competitivo rispetto a noi. Per avere un’idea, il nostro socio inglese Grafton Group Plc, nel gruppo di acquisto Wim di cui siamo parte (Wholesalers of Installation Materials, network europeo che riunisce sette aziende leader nei settori ITS, riscaldamento e condizionamento, utensileria, edilizia, ndr), è una quotata che fattura 2,5 miliardi di euro. La francese Saint Gobain supera i 40 miliardi di giro d’affari. Noi siamo grandi in Italia, ma piccoli in Europa.

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